martedì 15 marzo 2016

I bambini ci guardano

Come ho avuto modo di dire qualche post fa, l'omofobia peggiore è quella strisciante dei finti perbenisti che avanzano imperterriti nel loro devastante e distorto intento moralizzatore, senza aver alcun riguardo dei sentimenti delle persone vere.
L'ormai famigerato Mario Adinolfi, a quanto pare, ha fondato un nuovo partito, il "Popolo delle famiglie" e a suo favore si è ovviamente schierato Padre Livio che ai microfoni di Radio Maria ha intessuto un lungo panegirico non privo di esaltazione e fanatismo. In disparte le solite violente frasi omofobiche, l'affermazione che sicuramente non può passare inosservata è quella secondo cui questo nuovo partito impedirà che le maestre spieghino ai bambini come ci si masturba. Ovviamente, il riferimento è alla "teoria del gender" nelle scuole che è diventata da un po' di tempo uno spauracchio generale.
Sinceramente, credo che queste affermazioni dimostrino soltanto una colossale ignoranza, oltre alla solita strumentalizzazione dei bambini, divenuti l'ostaggio principale di questa moralizzazione. Di sicuro, le maestre non devono insegnare ai bambini pratiche autoerotiche!!! Come affermato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (le cui posizioni sono state spesso interpretate in maniera distorta), è necessario sensibilizzare i bambini ai temi della sessualità nel rispetto delle varie fasi di maturazione e adottando il loro punto di vista, partendo dal presupposto che i fanciulli non possono essere rinchiusi nella classica campana di vetro per poi ritrovarsi immaturi e spaventati alle prese con le prime naturalissime esperienze (inclusa quella di scoprirsi omosessuali). Difficilmente, la società potrà evolversi e accettare questi argomenti se personaggi pubblici che devono dare il buon esempio lanciano messaggi così negativi.
A quanto pare, comunque, l'Italia è in buona compagnia. A Taiwan, sicuramente tra i Paesi più evoluti in Asia orientale in materia di diritti LGBT, c'è stata una recente polemica su una pubblicità in cui un ragazzo decide di confessare la propria omosessualità al padre in un McCafè, scrivendo su uno dei bicchieri del fast-food quali siano le sue reali preferenze sessuali. Il padre, inizialmente sconvolto, sembra allontanarsi, ma poi si riavvicina al figlio e scrive su quello stesso bicchiere che a lui sta bene che il ragazzo sia gay. Questo messaggio, che ha emozionato migliaia di persone, ha fatto anche molto innervosire le associazioni familiari di Taiwan, che hanno chiesto di boicottare la famosa catena di ristoranti, affermando che il Mcdonald è frequentato da bambini ed è particolarmente importante non promuovere comportamenti omosessuali. Per l'associazione quella pubblicità potrebbe inquinare le nuove generazioni, per cui andrebbe fermata.
Ovviamente, quello che colpisce maggiormente, a parte la somiglianza con certe posizioni italiane, è l'intento di preservare i bambini da un pericolo inesistente, come se l'omosessualità sia una malattia contagiosa o un cattivo esempio da non imitare. Fortunatamente, il messaggio positivo ha superato la censura, considerato che su Youtube il video conta oltre un milione e mezzo di visualizzazioni.


2 commenti:

  1. mi domando se certi messaggi fossero ambientati nelle sacrestie allora cosa sarebbe successo? ironicamente....buongiorno

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