sabato 2 aprile 2016

La Giornata Mondiale della consapevolezza dell’autismo

Oggi ricorre la nona edizione della Giornata Mondiale della consapevolezza dell’autismo, una giornata di sensibilizzazione voluta dall’Onu con molte iniziative volte a promuovere la conoscenza di questa disabilità. Per l'occasione, i monumenti di molte città italiane e mondiali sono stati illuminati di blu.
Leggo che in realtà si tratta di una delle malattie meno conosciute e meno indagate. Secondo alcune stime in Italia le persone colpite sarebbero circa mezzo milione, ma non vi è certezza di questi numeri, così come non vi è consapevolezza delle cause e delle conseguenti terapie da adottare. La maggior parte degli studi e delle ricerche parla di autismo infantile, senza considerare che quei bambini poi cresceranno e l'autismo, quel peso che si portano addosso, non scomparirà con il raggiungimento della maggiore età. Arrivati a quel punto, piuttosto, le difficoltà saranno ancora più grandi perché lo Stato (almeno quello italiano) non è pronto a questo passaggio e la società ancora non è preparata ad accoglierli.
Riguardo all'atteggiamento della società, in un mio precedente post (Alla ricerca di piccole gocce di umanità) avevo parlato della storia di Andy, ragazzo inglese autistico, cameriere in un ristorante di Manchester difeso dal suo datore di lavoro contro la stupidità e l'ignoranza dei clienti.
Adesso, comunque, vorrei parlare di un episodio che mi ha toccato molto più da vicino. Un mio collega di lavoro aveva due figli, tra cui una bambina autistica, alla quale si è dedicato con tutte le sue forze per farla crescere con serenità, con le cure adatte e, soprattutto, con immancabile affetto, dovendo supplire a quello della madre che ha pensato bene di abbandonare tutti e andarsene. Purtroppo devo parlare al passato, perché il mio collega se ne è andato quasi due anni fa per un tumore al cervello. La bambina, ovviamente, non può essere affidata ai nonni troppo anziani e adesso si trova in un Istituto. Noi colleghi abbiamo cercato di star vicino alla famiglia anche economicamente con piccole collette. Tuttavia, se la situazione è quella descritta negli articoli che ho appena letto, mi viene una grande tristezza nel pensare a cosa accadrà a quella bambina una volta divenuta maggiorenne. Spero, quindi, che lo Stato intervenga per risolvere situazioni simili a questa e per aiutare persone che non possono essere lasciate da sole.


2 commenti:

  1. Hai fatto bene a toccare questo argomento di cui si sa davvero poco. Leggevo tempo fa di un uomo il cui figlio autistico aveva compiuto 18 anni e per lo stato era "guarito". Quindi fine sovvenzioni e cure. Spero che queste giornate portino ad una maggiore consapevolezza anche per i governati e per il legislatore ma non solo: tutti quanti dovremmo sapere di più sull'autismo

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    1. Sì è uno dei temi che mi sta a cuore anche per quanto accaduto al mio collega.. spero davvero che questa consapevolezza sull'autismo di diffonda.

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