domenica 15 maggio 2016

Messaggi "politici" all'Eurovision Song Contest

Indubbiamente, l'Eurovision Song Contest non è solo un concorso musicale, in cui poter ascoltare brani di ogni genere proposti da artisti provenienti da tutta Europa (e non solo, considerata la partecipazione dell'Australia), ma è anche una manifestazione di costume, un po' kitsch a volte,  nel corso della quale si possono, comunque, lanciare messaggi importanti.
Non si può dimenticare, infatti, la vittoria di due anni fa di Conchita Wurts, con il suo appello: "Questa serata è dedicata a tutti coloro che credono in un futuro di pace e libertà. Voi sapete chi siete. Noi siamo unità e siamo inarrestabili!". In quell'occasione, la Russia, uno dei Paesi più omofobi al mondo, aveva chiesto di non partecipare, asserendo che la presenza della drag queen austriaca avrebbe insultato milioni di russi. Una affermazione che non vale davvero la pena di commentare.
Anche quest'anno, la manifestazione canora non si è tradita e la vittoria dell'Ucraina non può certamente passare inosservata. La cantante ucraina Jamala ha trionfato battendo l'Australia e la Russia, con la canzone "1944", con una musica affascinante ed un testo certamente impegnato.
Si tratta, infatti, di un brano autobiografico che racconta la storia della nonna materna della cantante, che fu coinvolta nella deportazione dei Tatari (o Tartari) di Crimea del 18 maggio 1944. In tale data, infatti, Stalin ordinò che i Tatari, accusati di collaborazione con i nazisti, fossero deportati dalla Crimea in Uzbekistan. Numerosi i deportati che perirono per malattie e carestia nei luoghi di deportazione, mentre i sopravvissuti e i loro discendenti poterono far ritorno in patria soltanto nel 1989.
Nel brano, si parla di questo popolo costretto ad abbandonare le proprie case, le proprie radici, a causa di uomini che credono di poter dominare il mondo: "Dove è la tua mente? L'umanità piange. Pensate di essere degli dei. Ma tutti muoiono. Non inghiottire la mia anima. Le nostre anime".


Ovviamente, la Russia anche in questa occasione non ha potuto fare a meno di rinfocolare la polemica, chiedendo l'annullamento di questa vittoria e ritenendo che "la politica abbia sconfitto l'arte". In questo caso, quindi, non è in discussione la moralità della cantante, ma il purtroppo noto conflitto tra Ucraina e Russia. Ricordiamo brevemente gli avvenimenti.
L'Ucraina ha negli ultimi tempi manifestato un distacco dalla Russia con numerose rivolte di stampo filo-occidentale e scontri fra manifestanti, che hanno portato il 22 febbraio 2014 alla fuga del presidente filo-russo Janukovyč. Tali avvenimenti hanno contribuito ad aumentare la tensione tra Russia e Ucraina con ripercussioni sia sul lato economico, che su quello politico: infatti, la Russia ha aumentato notevolmente il costo del gas che prima veniva fornito all'Ucraina ad un prezzo amichevole. Contestualmente, le relazioni diplomatiche tra i due Paesi si sono inasprite considerevolmente.
Con l'aumentare del malcontento dovuto ad una crescente crisi economica e alla sempre maggiore instabilità politica all'interno del Paese ucraino, la popolazione ribelle dell'est, appoggiata da militari russi, si è detta contraria al nuovo governo ucraino, occupando in segno di protesta diversi edifici governativi: i ribelli hanno dato vita ad una vera e propria invasione del territorio.
Inevitabile anche lo scontro tra Occidente e Russia, con il primo che ha accusato la seconda di appoggiare in ambito militare i ribelli dell'est dell'Ucraina contribuendo a fomentare le rivolte, mentre la Russia ha ribadito le violazioni compiute dal governo ucraino, definito illegittimo, che sta sopprimendo le rivolte con la violenza, non curandosi dei diritti umani e bombardando i civili nella parte russofona del paese senza fare nulla per distendere la tensione. Da parte sua, la Russia ha intensificato lo schieramento di truppe militari al confine con l'Ucraina, fatto denunciato più volte dalla NATO come atto d'aggressione.


Ovviamente, la vittoria della cantante ucraina non può e non deve essere annullata. I conflitti tra due Paesi non possono distruggere l'atmosfera di festa tipica di una manifestazione canora, in cui la musica deve unire e non dividere. In fondo, il messaggio di Jamala non è un'accusa nei confronti dell'attuale governo russo, ma un invito alla speranza: "Potremmo costruire un futuro dove le persone sono libere di vivere e amare". Un messaggio di speranza che potrebbe essere rivolto anche ai tanti profughi che fuggono dai propri Paesi in guerra.

12 commenti:

  1. Purtroppo non l'ho visto :-( Però almeno leggendo il tuo post ho saputo chi ha vinto :-)

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    1. Io l'ho visto in replica domenica pomeriggio (senza conoscere i risultati) e ho tifato assolutamente contro la Russia! Ciao!!!

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  2. Ciao Lorenzo. Da molti anni non seguo le gare canore, a cominciare da Sanremo per finire con l'Eurofestival, e di quest'ultimo sapevo soltanto quel poco riportato dai titoli degli articoli stampa: che ha vinto l'Ucraina, cosa che ha fatto incavolare la Russia, arrivata seconda, e che la nostra rappresentante si è classificata sesta. Preciso che non seguo questi eventi non per snobismo, ma perchè le canzoni che mi piacciono non partecipano, e quello volte che lo anno fatto sono state malamente sbattute fuori, salvo puo osannate da pubblico e critica dopo un ascolto più attento. Dopo aver letto con grande interesse questa tua cronaca riflessiva, con stile quanto mai coinvolgente, credo di saperne di più, almeno quanto basta per avere una maggiore convinzione che gli appelli, le rivendicazioni, gli annunci e le situazioni politiche - pur meritavoli di grande attenzione in altri contesti, non devono essere veicolati con le canzoni, se non addirittura canzonette, perchè, a mio parere, sono il pretesto per per dare far parlare, magari far vendere ed essere invitati dai compiacenti salotti televisivi pomeridiani, come del resto accaduto con Conchita Wurts, che adesso credo che sia ricordata perchè aveva barba e bassi. Cosa aggiungere, l'argomento tu lo hai affrontato inserendo anche notizie socio-politiche riguardanti le posizioni dei due popoli: Ucraini e Russi, e quindi avresti meritato un commento più "importante", ma non ne sono stato capace. Un affettuoso abbraccio - Tommaso

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    1. Caro Tommaso, sai io amo tantissimo la musica, in tutte le sue espressioni, anche quelle un po’ più “commercial”, purché mi diano emozioni. Per il resto, comprendo la tua diffidenza, ma in fondo se una manifestazione canora manda anche messaggi importanti tramite le canzoni, non è un male secondo me, anzi può raggiungere tantissime persone rispetto ad altri eventi, anche se il fine ultimo del cantante e del suo staff è quello di guadagnare di più. D’altronde, se altri come me, ascoltando la canzone vincitrice, hanno voluto approfondire determinati argomenti, vuol dire che l’obiettivo, in una minima parte, è stato raggiunto. Ti abbraccio, buon pomeriggio!

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    2. Ho apprezzato molto, caro Lorenzo, la tua risposta al mio commento, in quanto mi ha fornito gli elementi per capire meglio, e a questo punto non posso fare altro che sperare, per il bene di tutti, che siano in tanti ad approfondire, e nello stesso tempo andare oltre, argomenti tanto importanti per tutti noi. Per te il mio abbraccio affettuoso - Tommaso

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  3. C'è sempre un modo per litigare. Ciao maresohno67

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    1. Vero, soprattutto quando entrano in gioco nazioni come la Russia. Ciao!!

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  4. Non amo questo genere di manifestazioni Canore Lorenzo !

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  5. In quanto Alla Madre Russia non mi piace !

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    1. Secondo me un paio di canzoni rock ti sarebbero piaciute. Nemmeno io amo molto la Russia

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  6. io mi chiedo comunque cosa ci faccia la Russia in un concorso canoro riservato all'Europa. La russia non è europa....non solo geograficamente ma anche a livello di valori e di diritti. Questo andrebbe fatto notare agli organizzatori.

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    1. Concordo con te, la Russia non è Europa soprattutto per la totale negazione di certi diritti. Devo dire che il cantante russo mi è piaciuto, ma ho sperato davvero che la Russia non vincesse, perché non è ammissibile che un festival in cui si cerca di trasmettere messaggi di uguaglianza dei diritti, sia poi organizzato da un Paese come quello.

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