domenica 29 ottobre 2017

Il libro del mese – "Le nonne": tre racconti di Doris Lessing

Doris Lessing può certamente essere considerata una delle più grandi scrittrici contemporanee nell'ambito del panorama letterario internazionale. Nata in Iran (allora Persia) nel 1919, si trasferì ben presto in Zimbabwe dove trascorse gran parte della sua giovinezza per poi stabilirsi nel 1950 a Londra, dove morì nel 2013. Scrisse numerosi romanzi e racconti mostrando una notevole ricchezza di temi e di stile e affrontando argomenti divenuti poi centrali nel dibattito pubblico: il rapporto della donna con la società, la famiglia e la politica; le condizioni sociali degli africani nelle colonie e le ingiustizie del sistema politico.
Nel 2007 le fu conferito il Premio Nobel per la letteratura con questa motivazione: "Cantrice dell'esperienza femminile, che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa".
Ricordo ancora un programma televisivo di alcuni anni fa in cui lo scrittore Aldo Busi parlò con passione di Doris Lessing, instillando in me il desiderio di avvicinarmi a questa scrittrice e avventurarmi nel suo ricco mondo letterario. Tuttavia, solo di recente ho iniziato tale percorso di lettura con una raccolta di tre racconti: "Le nonne"; "Victoria e gli Staveney"; "Il figlio dell'amore".


In questi racconti Doris Lessing conferma le sue doti di acuta indagatrice della realtà sociale nei suoi aspetti più controversi (l'amore quasi al limite dell'incesto o dell'ossessione, il razzismo, la guerra), abile nel costruire con incisività i suoi personaggi e nell'esaltarne sapientemente la personalità, analizzandone a fondo sentimenti, sogni, obiettivi, delusioni e frustrazioni.
I tre racconti, nella traduzione di Monica Pareschi, Elena Dal Pra e Francesco Francis, si presentano con uno stile particolare, una narrazione avvolgente e scorrevole, che segue le vicende dei protagonisti con un ritmo quasi serrato e un incalzare di domande non prive di una certa ironia con cui la Lessing, sembra interrogarsi sui destini delle sue creature: "Toccava a lei parlare. Ma era proprio obbligata?"; "Ma non stava diventando troppo grande per sentirsi dire che era una brava bambina? Aveva quasi 14 anni.". Il linguaggio sobrio, frasi brevi e concise, descrizioni attente, ma che non indulgono eccessivamente nei dettagli, sono gli altri elementi che si possono dedurre da una seppur parziale analisi stilistica.
I racconti presentano alcuni elementi comuni: un incontro, che in qualche modo sembra incidere profondamente sul destino dei protagonisti, e la rinuncia, con la necessità, a un certo punto della vicenda, di interrompere un legame affettivo, cui non sempre segue la rassegnazione da parte delle persone coinvolte.
In “Le nonne”, l'incontro che segna la vita di tutti i personaggi avviene tra Roz e Lil, due bambine che "cominciarono la scuola lo stesso giorno, la stessa ora, si presero le misure a vicenda e diventarono amiche del cuore". Le due amiche sono talmente inseparabili e affiatate che il loro rapporto diviene quasi simbiotico anche dopo i rispettivi matrimoni, le nascite dei figli e delle nipoti. Infatti, l’atmosfera apparentemente briosa con cui si apre il racconto ci mostra l’arrivo di una vera e propria famiglia allargata composta da Roz e Lil, dai rispettivi figli Tom e Ian e dalle loro bambine. Un'atmosfera che sembra essere incrinata dall’arrivo della moglie di Tom, Mary che mostra di aver scoperto uno sconvolgente segreto.
E così la storia di Roz e Lil viene svelata nel dettaglio. Il loro stretto rapporto diviene la causa della fine del matrimonio di Roz (Lil nel frattempo è rimasta vedova) e si evolve fino a diventare quasi una barriera da cui escludere ogni elemento estraneo, al punto che le due donne finiscono per innamorarsi l’una del figlio dell’altra. Queste relazioni si protraggono per anni, pur nella consapevolezza da parte di Roz e Lil che c’è qualcosa di sbagliato in ciò che stanno facendo, mentre Tom e Ian sono completamente persi nel loro amore.
A un certo punto la barriera che circonda le vite dei quattro protagonisti viene incrinata dall'arrivo di Hannah e Mary che si innamorano di Ian e Tom. Dunque, le relazioni, anche se con dolore, devono essere troncate. Così reagisce Lil: “A queste parole lei cominciò a ridere, una risata fiacca, difensiva. Stava pensando agli anni passati con Tom, a guardarlo trasformarsi da un ragazzo bellissimo in un uomo, a vedere gli anni che lo reclamavano, sapendo che doveva finire, era lei che avrebbe dovuto finirla … lei e anche Roz … ma era così difficile”. Una decisione difficile che i due ragazzi accettano con un diverso atteggiamento, Tom con rassegnazione e Ian con rabbia.
Sono relazioni che si vorrebbe seppellire, lasciare nel passato. Eppure, Mary, che poco tollera il ruolo predominante che le due donne hanno nella vita di Tom e Ian, scopre il segreto tenuto nascosto per anni e la sua reazione è di rabbia.


Nel secondo racconto, "Victoria e gli Staveney" si narra la storia di Victoria, una ragazza di colore senza genitori, che vive con una zia malata. L'incontro che incide profondamente sulla sua vita avviene nel momento in cui si imbatte in una famiglia benestante, gli Staveney, che accolgono Victoria un giorno in cui la zia è in ospedale. La piccola rimane turbata dalla vastità degli ambienti della casa in cui si trova, oltre che dall'estrema gentilezza del figlio maggiore, Edward, che più che da veri sentimenti di empatia, sembra essere spinto dall'amore per le buone cause e da un atteggiamento molto “politicamente corretto”.
Victoria cresce avendo sempre in mente il nostalgico ricordo di Edward e della sua casa, in un certo senso idealizzati nella sua fantasia. Nel frattempo deve affrontare le vicissitudini della sua vita, cercando di darsi da fare per sfuggire all'ombra che sembra gravare sulla sua testa, almeno secondo la comune opinione sulle ragazze di colore a quell'epoca: "Ma non voleva risvegliare in Victoria il sangue cattivo che di sicuro le scorreva nelle vene, tanto il diavolo se ne sta comunque lì appostato in attesa di intrappolare le donne, sotto sorrisi e lusinghe".
E le lusinghe arrivano da Thomas, secondogenito degli Staveney, con cui Victoria ha una figlia, nascondendogli, però, la gravidanza.
Victoria è un personaggio certamente positivo, dotato di buoni sentimenti e grande forza di volontà, descritto come "una giovane donna cauta ed educata, che camminava come avesse paura di occupare troppo spazio". E lei stessa comprende come questa sua cautela l'abbia resa inerme e succube del suo destino. I problemi economici, il matrimonio con il buon Sam – raro esempio di padre che cerca di essere presente nella vita dei suoi figli, ma che muore dopo averle dato un altro figlio - la inducono a incontrare gli Staveney e a rivelare loro che la sua bambina è figlia di Thomas: “Victoria aveva la sensazione di essere stata una creatura inerme, sballottata da una parte all’altra dai colpi di fortuna, senza rendersi conto di cosa stava succedendo o perché. Ma adesso non era inerme, e finalmente era presente a se stessa. Cosa voleva? Solo che gli Staveney sapessero di Mary; e poi … be’ poi si sarebbe visto”. E il momento della rinuncia arriva anche per Victoria, quando si trova a comprendere che il vero bene di sua figlia Mary è quello di rimanere con gli Staveney lontano da lei.

L’ultimo e più complesso racconto si intitola “Il figlio dell’amore”. È la storia di James, ragazzo sensibile e romantico, la cui vita viene profondamente segnata da due incontri, oltre che dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che fa da tremendo scenario a questa storia.
Il primo incontro avviene con il coetaneo Donald, ragazzo affabile, sveglio e pronto a combattere contro ogni idea sbagliata, forse più desideroso di circondarsi di adepti che incline all'amicizia con James. Tuttavia, Donald gli apre nuove prospettive di pensiero facendolo uscire dall’austerità e dalla ristretta mentalità della sua famiglia. James inizia così ad appassionarsi alla letteratura, soprattutto alla poesia e a incontrare personalità brillanti: “James pensò: "È andata avanti così per tutta la mia infanzia e non me ne ero mai accorto". E così adesso era anche il dolore che provava per entrambi ad allontanarlo da casa, tanto quanto la seduzione di quel mondo nuovo, tutto politica e letteratura. Donald gli prestava dei libri, che lui leggeva come se la letteratura fosse nutrimento e lui stesse morendo di fame. I libri erano impilati sul tavolo dell'ingresso. Ne portava uno nella sua stanza per leggerlo, poi lo rimetteva al suo posto e ne sceglieva un altro.”.
L’arrivo della guerra catapulta i due giovani in ambienti ben lontani dalle loro passioni letterarie e dai loro convegni. La vita militare si mostra in tutta la sua spietatezza, contornata da molteplici contraddizioni: duri allenamenti, lunghe esercitazioni, uno stremante viaggio in mare per condurre in India migliaia di giovani pronti a entrare in azione, con lunghe e frustranti attese che sembrano mostrare tutta l’inutilità del loro lavoro di addestramento.
Durante il viaggio, in occasione della sosta a Cape Town in Sudafrica, per James avviene un secondo importante incontro, questa volta con Daphne, una giovane donna che assieme agli altri abitanti della città sta organizzando quanto necessario per accogliere i militari sbarcati e stremati dal lungo tragitto percorso a bordo di una nave instabile, con poca acqua a disposizione.
James è assai malridotto, ma nel momento in cui incontra Daphne ha come una visione, se ne innamora perdutamente, non riuscendo più a distogliere la mente da lei.
Daphne mostra, fin dalla prima scena in cui compare, una certa frustrazione, desiderando profondamente un figlio, un desiderio che non può essere soddisfatto almeno finché suo marito Joe non rientrerà dalla guerra. È, comunque, una donna decisa e determinata che, una volta arrivata a Cape Town, ha messo da parte la sua aria da timida inglesina divenendo una perfetta padrona di casa. Inizialmente restia, la donna si lascia andare alla passione con James. La sensazione che prova, tuttavia, è quella di vivere in un'altra realtà, un sogno o forse un incubo, consapevole che James dovrà risalire su quella nave e lei dovrà tornare da suo marito, nel mondo reale.
James mostra tutto il suo romanticismo idealizzato (la Lessing descrive con una certa ironia le lettere d'amore da lui scritte), un sogno d'amore che, una volta ripartito, diviene una vera ossessione, soprattutto quando avrà fondati motivi per ritenere che lei sia rimasta incinta. Nel corso degli anni cercherà in tutti i modi di rimettersi in contatto con Daphne e di rivedere suo figlio anche dopo essersi sposato con Helen con cui conduce una vita esemplare. Tuttavia, i suoi tentativi non avranno alcun esito.
I tre racconti di Doris Lessing sono, dunque, tre storie molto coinvolgenti, percorse da una frustrazione e da un’amarezza di fondo, con personaggi che si muovono sulla scena cercando di far emergere la propria determinazione, tentando di non essere inermi, ma di combattere per i propri sogni, sentimenti, affetti, per, poi, doversi arrendere di fronte all’ineluttabile evolversi delle vicende umane, a un destino che nega a certi desideri la possibilità di compiersi.



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